Pianificazione finanziaria: la guida pratica per chi vuole costruire serenità economica, non solo risparmi
Francesca Paesano
12/10/20253 min read
C’è un momento nella vita in cui ci accorgiamo che i soldi non sono solo numeri su un conto, ma strumenti per realizzare qualcosa: una vecchiaia serena, un futuro per i figli, la possibilità di lavorare meno o di scegliere un progetto invece di subirlo. A quel punto nasce una domanda semplice e gigantesca allo stesso tempo: sto facendo le scelte giuste per il mio futuro finanziario?
È qui che entra in gioco la pianificazione finanziaria.
Non come qualcosa di complicato o riservato agli esperti, ma come un processo che traduce i bisogni di tutti — professionisti, famiglie, giovani genitori, dipendenti — in un percorso concreto. E per capire quanto sia importante, basta osservare cinque situazioni di vita molto comuni.
Il libero professionista e la “pensione fai da te”
Chi lavora in proprio conosce bene la sensazione: nessuno mette da parte qualcosa al posto tuo.
Non c’è TFR, non c’è un datore di lavoro che versa contributi aggiuntivi, non c’è un welfare aziendale pronto a intervenire. Ogni scelta pesa direttamente sul futuro. Per questo, per un libero professionista, la pensione non è qualcosa che “arriverà” ma qualcosa da costruire mattone dopo mattone.
Un fondo di emergenza per i periodi magri, un piano di investimenti costante per il lungo periodo, magari una previdenza complementare che alleggerisce anche la pressione fiscale. Non si tratta di essere previdenti “per virtù”, ma per necessità: se tu non pensi al tuo futuro, nessun altro lo farà al posto tuo.
Vivere di rendita: un sogno o un numero da calcolare?
Parliamo spesso di “vivere di rendita” come se fosse un mito irraggiungibile, un desiderio da film.
In realtà è un concetto molto più semplice: si tratta di capire quanto capitale serve per coprire il proprio stile di vita senza dover lavorare obbligatoriamente. E la cosa interessante è che non esiste una cifra uguale per tutti. C’è chi ha bisogno di poco, chi di molto, chi può permettersi di rallentare prima, chi dovrà continuare a costruire.
Il punto è che non è un sogno vago: è un calcolo. Ed è proprio questa consapevolezza a rendere la pianificazione così potente. Perché, quando conosci il tuo “numero”, non vivi più alla cieca: hai una direzione.
Risparmiare per i figli: il libretto della tradizione o un investimento che cresce con loro?
La scena è familiare: nasce un bambino, e la prima idea di molti genitori o nonni è aprire un libretto postale.
È un gesto affettuoso, rassicurante, carico di simbolismo. Ma è davvero utile? Il libretto custodisce il denaro, sì, ma non lo fa crescere. Lo protegge dal mercato, ma non dall’inflazione.
E se stiamo parlando di un obiettivo che maturerà tra 15 o 20 anni, questo problema pesa moltissimo. Un PAC in ETF, invece, sfrutta proprio ciò che il libretto non può offrire: tempo, crescita dei mercati, capitalizzazione composta. È un investimento che cresce con il bambino. La domanda quindi non è “Cosa rischia meno?” ma “Cosa aiuta di più mio figlio tra vent’anni?”.
E spesso la risposta non è quella più intuitiva.
Inflazione: il rischio che nessuno vede, ma che tutti pagano
Mettere i soldi sul conto corrente fa sentire al sicuro.
Li vedi lì, fermi, pronti all’uso.
Il problema è che, mentre restano immobili, il loro potere d’acquisto si muove — ma nella direzione sbagliata. Basta un’inflazione al 3% per trasformare lentamente 10.000 euro in 9.700, poi in 9.409, e così via. La perdita è silenziosa, ma certezza matematica. È per questo che la pianificazione è così importante: ti aiuta a capire quanta liquidità ti serve davvero e cosa fare con il resto, affinché non si svaluti mentre tu pensi di conservarlo. Difendersi dall’inflazione non significa buttarsi in investimenti avventati, ma organizzare le risorse in modo intelligente. La differenza è tutta nella strategia.
TFR in azienda o fondo pensione? Una scelta che vale molti soldi nel lungo periodo
Questa è una delle decisioni più sottovalutate dai dipendenti — e allo stesso tempo una di quelle che può avere l’impatto più grande sul futuro. Lasciare il TFR in azienda porta a una rivalutazione predefinita, semplice, priva di oscillazioni. Metterlo in un fondo pensione apre a un mondo diverso: deduzioni fiscali, rendimenti potenziali più alti, una tassazione finale che può diventare molto conveniente. Non esiste una risposta universale: dipende dall’età, dal reddito, dalla situazione familiare, dal profilo di rischio.
Ma una cosa è certa: scegliere senza valutare gli scenari significa rinunciare — spesso inconsapevolmente — a opportunità importanti. La pianificazione serve proprio a questo: trasformare una scelta fatta “a sensazione” in una decisione ragionata.
In conclusione: la pianificazione è una forma di cura verso se stessi
Tutti, prima o poi, si trovano davanti a una domanda esistenziale: “Sto facendo il possibile per il mio futuro?”
E non riguarda solo il denaro, ma la tranquillità, la libertà di scelta, la capacità di affrontare imprevisti o realizzare progetti. La pianificazione finanziaria non è un insieme di formule o grafici: è un modo di prendersi cura della propria vita.
Di renderla meno incerta. Di riempire lo spazio tra oggi e domani con scelte coerenti. Non è previsto che tu abbia tutte le risposte.
È previsto che tu abbia un percorso — e qualcuno che ti aiuti a tracciarlo.
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