Tutela patrimoniale e casi complessi: quando la pianificazione diventa davvero strategica
Francesca Paesano
12/10/20253 min read
Esiste un momento, nella vita di chi ha costruito un patrimonio, in cui la domanda non è più come far crescere i soldi, ma come proteggerli, governarli e trasmetterli senza errori.
È una fase diversa, più matura, in cui entrano in gioco la famiglia, l’azienda, le responsabilità verso gli altri e il tempo che passa.
È anche il momento in cui molti scoprono che le soluzioni standard proposte dal sistema bancario non bastano più. Non per cattiva volontà, ma perché la tutela patrimoniale richiede competenze trasversali, personalizzazione e la capacità di affrontare situazioni che escono dagli schemi.
Parlare di questi temi non è semplice, ma è necessario. Perché ignorarli significa lasciare spazio a rischi spesso invisibili, ma potenzialmente molto costosi.
La legge “Dopo di Noi”: proteggere chi ami anche quando non potrai più farlo
Quando in famiglia c’è una persona con disabilità, la pianificazione patrimoniale assume un significato completamente diverso. Non riguarda più solo il benessere personale, ma la continuità della cura, della protezione e della dignità di chi dipende da noi. La legge “Dopo di Noi” nasce proprio per rispondere a questa esigenza: consentire ai genitori e ai familiari di organizzare oggi ciò che dovrà funzionare domani, quando non ci saranno più. Attraverso strumenti giuridici e finanziari dedicati, come trust, vincoli di destinazione o fondi speciali, è possibile creare un perimetro protetto che assicuri risorse, assistenza e finalità precise nel tempo. Sono scelte delicate, che richiedono sensibilità e competenza. Non si tratta solo di “mettere soldi da parte”, ma di progettare una struttura che regga nel tempo e rispetti i bisogni reali della persona fragile.
Il trust familiare: uno strumento potente, ma non per tutti
Il trust è spesso percepito come qualcosa di distante, riservato a grandi patrimoni o a situazioni eccezionali. In realtà è uno strumento estremamente flessibile, che può rivelarsi decisivo anche in contesti familiari molto concreti.
Un trust consente di separare alcuni beni dal patrimonio personale, affidandoli a una gestione finalizzata a scopi precisi: tutela dei figli, protezione da rischi imprenditoriali, pianificazione successoria, gestione di conflitti familiari. Ma proprio perché è potente, il trust va utilizzato solo quando serve davvero.
Non è una scorciatoia fiscale né una soluzione universale.
È uno strumento di pianificazione avanzata che richiede un disegno chiaro, regole precise e una gestione consapevole. Inserito correttamente, può essere una colonna portante della tutela patrimoniale. Usato male, può diventare un problema.
Pianificazione successoria: perché il testamento non è (solo) per i milionari
Molti rimandano il tema della successione per imbarazzo o superstizione. Altri pensano che basti un testamento scritto una volta per sistemare tutto.
La realtà è più complessa.
La pianificazione successoria non riguarda solo la distribuzione dei beni, ma anche:
– l’equilibrio tra gli eredi,
– la continuità dell’azienda,
– la tutela del coniuge o dei figli più fragili,
– la prevenzione di conflitti familiari.
In assenza di una pianificazione, è la legge a decidere al posto tuo. E spesso lo fa in modo poco aderente alle dinamiche reali della famiglia. Il testamento è uno strumento fondamentale, ma da solo non basta sempre. Inserito in un progetto più ampio, diventa invece un alleato prezioso per trasmettere patrimonio e valori con ordine e serenità.
Investire in arte e collezionismo: passione, valore e diversificazione
Per alcuni nasce da una passione, per altri da una visione patrimoniale più ampia. In entrambi i casi, l’arte e il collezionismo rappresentano una forma di investimento alternativa che può affiancare i portafogli tradizionali. Opere d’arte, orologi, vini pregiati, auto d’epoca, oggetti da collezione non seguono sempre le logiche dei mercati finanziari. Questo li rende potenzialmente interessanti in un’ottica di diversificazione.
Ma attenzione: investire in arte non è improvvisazione. Richiede competenze specifiche, valutazioni accurate, attenzione agli aspetti fiscali, assicurativi e successori.
Il confine tra investimento e semplice passione è sottile, e una pianificazione adeguata serve proprio a non confondere i due piani.
Gestione della liquidità aziendale: quando la tesoreria diventa strategia
Per imprenditori e professionisti, una parte rilevante del patrimonio è spesso concentrata nell’azienda. La liquidità accumulata nel tempo rappresenta una risorsa importante, ma anche un problema se gestita senza una strategia. Lasciare troppa liquidità ferma significa subire inflazione e inefficienza fiscale.
Investirla senza criterio significa esporsi a rischi non coerenti con l’attività.
La gestione della liquidità aziendale richiede un approccio specifico: strumenti adeguati, attenzione alla fiscalità, coerenza con le esigenze operative e una visione integrata con il patrimonio personale.Quando ben pianificata, la tesoreria aziendale non è solo un cuscinetto, ma un vero elemento di ottimizzazione patrimoniale.
La tutela patrimoniale è una responsabilità, non un lusso
Quando il patrimonio cresce e la vita si fa più complessa, affidarsi a soluzioni standard non è più sufficiente. La tutela patrimoniale non è un esercizio di difesa, ma un atto di responsabilità verso se stessi, la propria famiglia e il futuro. Affrontare questi temi in anticipo significa ridurre l’incertezza, prevenire conflitti e costruire strutture che funzionino anche quando le condizioni cambiano. È un lavoro silenzioso, spesso invisibile. Ma è proprio quello che fa la differenza tra un patrimonio che resiste nel tempo e uno che si disperde.
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